d

Museo delle Necropoli Rupestri di Barbarano Romano

sala-interna-del-Museo-con-la-veduta-dell'obelisco

IL CIPPO-OBELISCO DI CHIUSA CIMA VALLE

L’ “obelisco” di San Giuliano è, senza ombra di dubbio, il reperto più singolare fra quelli conservati nel Museo Archeologico di Barbarano Romano, da considerare quasi un unicum nel panorama dei monumenti funerari dell’Etruria per forma e dimensioni (fig. 1).

Fu rinvenuto, in stato frammentario, nel 1963/64 nella necropoli di San Giuliano, loc. Chiusa Cima Valle: dopo essere stato oggetto di un primo restauro, fu esposto nei locali del Municipio per poi essere acquisito nella collezione del Museo Civico nel 1974.

Alto 3,86 m, è realizzato in blocchi di peperino viterbese grigio e si compone di due parti smontabili: la base quadrangolare modanata (1,15 x 1,00 x 0,40 m) con apertura centrale e lieve rilievo a profilatura del foro di inserimento, e il fusto a obelisco piramidale di forma allungata, con sezione rettangolare e rifinito presso l’estremità inferiore con due modanature a listello. Una volta inserito nella base, l’obelisco poggia direttamente a terra essendo così autoportante, mentre la base ne stabilizza il baricentro e assolve la funzione di rifinitura estetica (fig. 2).

Il-cippo-obelisco-nel-Museo-Archeologico-di-Barbarano-Romano

1. Il cippo-obelisco nel Museo Archeologico di Barbarano Romano


La-base-del-cippo-smontata-dal-pilastro-superiore.-Museo-archeologico-Barbarano-Romano.

2. La base del cippo smontata dal pilastro superiore. Museo archeologico Barbarano Romano

la tomba dell’obelisco

Il manufatto è stato rinvenuto difronte una serie di tombe a finto dado che si affacciano a nord-ovest di una piazza rettangolare scavata artificialmente nel tufo; in particolare, è stato associato alla tomba conseguentemente definita “dell’Obelisco”, essendo originariamente posizionato davanti al suo ingresso oppure al di sopra della stessa, come coronamento sommitale (figg. 3-4).

Steingraber-2009-p37-Museo-delle-Necropoli-Rupestri

3. Necropoli di San Giuliano, tombe a finto dado in loc. Chiusa Cima Valle (da Steingräber 2009)


Steingraber-2009-p40-Museo-delle-Necropoli-Rupestri.

4. Necropoli di San Giuliano, tombe a finto dado in loc. Chiusa Cima Valle (da Steingräber 2009)

La tomba è caratterizzata da un ingresso centrale con porta dorica, camera funeraria con tetto a doppio spiovente e columen a rilievo; all’interno presenta quattro letti funebri con gambe rettangolari a rilievo (Klinentyp 5) e banchina di fondo. Al suo interno sono stati rinvenuti alcuni elementi del corredo funerario, costituito da grandi contenitori per derrate (pithoi, fig. 5) e bracieri d’impasto rosso di tipo ceretano con decorazione figurata, l’uno con decorazione a cilindretto ordinata su tre registri, l’altro con raffigurazione di scene di caccia al cervo e corteo di animali, inquadrabili nella seconda metà del VI sec. a.C. (tipo L1.01.02 e tipo BRCC1 con scena narrativa: Leone Nemeo e animali, Ercole, ippocampo, pantera, alberello, capro, astragalo, figg. 6 e 7). Sulla base delle caratteristiche architettoniche e del rinvenimento di alcuni frammenti di vasellame in bucchero, il sepolcro e, per associazione, l’obelisco possono essere datati alla seconda metà del VI sec. a.C. Propende per una datazione più recente G. Colonna, che lo riconduce ai decenni fra il VI e il V sec. a.C.

Tomba-dellObelisco-pithoi-in-impasto-rosso-Museo-acheologico-di-Barbarano-Romano

5. Tomba dell’Obelisco, pithoi in impasto rosso nel Museo archeologico di Barbarano Romano


Tomba-dellObelisco-bracieri-di-tipo-ceretano-Museo-delle-necropoli-rupestri-

6. Tomba dell’Obelisco, bracieri di tipo ceretano. Museo delle necropoli rupestri di Barbarano Romano


Dettaglio-della-decorazione-con-corteo-di-animali-presente-su-uno-dei-bracieri-Barbarano-Romano

7. Dettaglio della decorazione con corteo di animali presente su uno dei bracieri.

cippo funerario monumentale

L’obelisco va inquadrato nella categoria dei cippi funerari monumentali, ampiamente diffusi in Etruria a partire dall’Orientalizzante fino al periodo ellenistico-romano, e non doveva trattarsi di un monumento isolato: le attività di scavo e pulizia condotte nella stessa area dalla Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale nel marzo 1990 hanno restituito alcuni piedistalli di tufo con incavo quadrangolare che, possibilmente, erano destinati ad alloggiare manufatti simili (fig. 8). Inoltre, il recupero di vasellame da mensa a vernice nera (piattelli, ciotolina e brocchetta; fig. 9) ed elementi fittili nell’area esterna alla Tomba dell’Obelisco attestano la frequentazione di questo settore della necropoli in un periodo compreso tra la fine del VI e il IV sec. a.C. (fig. 10).

 

Steingraber-1992-p111_1-dalla-necropoli-di-Chiusa-Cima-Valle

8. Dalla necropoli di Chiusa Cima Valle

Rinvenimenti-dallarea-esterna-alla-Tomba-dellObelisco-Barbarano-Romano-

9. Rinvenimenti dall’area esterna alla Tomba dell’Obelisco. Museo Archeologico di Barbarano Romano

 

Antefissa-fittile-a-testa-femminile-fine-VI-sec.-a.C.-Museo-delle-Necropoli-Rupestri-

10. Antefissa fittile a testa femminile fine VI sec. a.C.

Nelle cerimonie legate al culto dei defunti nelle necropoli, i cippi venivano collocati in massima parte all’esterno della tomba: il dromos, l’area attigua all’ingresso e la sommità del sepolcro, le piattaforme profilate che sormontano le tombe a dado/semi dado (si veda, a titolo di esempio, la Tomba degli Smurinas di Norchia), sono i luoghi più frequentemente destinati a questo tipo di monumenti.

sentieri-di-tufo-e-muschio.-Museo-delle-Necropoli-Rupestri-

il cippo come sostituto del defunto

La collocazione all’esterno del cippo funebre non va interpretata con la funzione di semplice segnacolo delle sepolture, ma assume un ruolo specifico e, se vogliamo, attivo nello svolgimento delle pratiche rituali in quanto “sostituto” del defunto, rappresentazione materiale nel mondo dei vivi che contribuisce a preservarne il ricordo e a renderlo partecipe dei culti in suo onore.

L’uso cultuale dell’obelisco di Chiusa Cima Valle trova un significativo riscontro su alcune urne volterrane di età ellenistica, con raffigurazioni di scene mitologiche e cerimonie funerarie intorno a un basamento coronato da “cippi” a obelisco (fig. 12).

 

un culto solare

La forma a obelisco, come è noto, ha origine nell’Egitto faraonico ed è strettamente legata al culto solare, fiorito tra la IV e la V dinastia (2620-2500 a.C.; 2500-2350 a.C.); in quanto simbolo divino e cosmico che celebra il rapporto tra il culto solare e la regalità, esso trova ampio impiego nell’architettura templare e occasionalmente in contesti funerari, dove compare frequentemente su sarcofagi, libri dei morti, pareti di tombe, amuleti. La presenza di un simbolo solare in contesto funebre non può che rimandare alla dimensione ctonia dello stesso culto del Sole in relazione al ciclo astrale di nascita e tramonto: il viaggio notturno che la barca del Sole compie negli Inferi, affrontando numerosi pericoli per poi risorgere al mattino, è infatti il tema principale dei Libri dell’Aldilà, testi religiosi che costituiscono la mitologia funeraria egizia a partire dal Nuovo Regno (1561 a.C.). Nel Lazio Antico il culto di Sol ha altresì carattere infero quando si considera la parabola notturna presso le sedi degli antenati (il Sol Indiges noto a Roma e Lavinio) e nel mondo etrusco-italico il teonimo Suri indica una divinità oracolare il cui significato etimologico (“il Nero”/”quello che è nel Nero”) permette di assimilarlo ad un Apollo infero, connesso con il mondo oracolare, e al Dis Pater della religione romana.

 

Steingraber-1996-norchia.

12. Norchia, necropoli di Fosso delle Pile: tombe a dado e semi-dado (da Steingräber 1996)

ciclo astrale e rigenerazione

Alla luce dei dati fin qui analizzati, l’obelisco sembra assumere in Etruria un valore simbolico legato al ciclo astrale e al concetto di rigenerazione, in relazione sia al culto delle acque, come sembrerebbe attestare il programma iconografico dell’obelisco in arenaria di Città della Pieve, proveniente da contesto sacro e datato al V sec. a.C. (fig. 13), sia alla rappresentazione divinizzata del defunto, testimoniata in primis dal cippo funerario di Chiusa Cima Valle.

urne-volterrane-Korte-1896

13. Urne volterrane ellenistiche con rappresentazione di “cippi” a obelisco (da Körte 1896)

Benché la forma ad obelisco non sia particolarmente testimoniata, il manufatto trova raffronti tipologici a Vulci (Necropoli dell’Osteria; cippo monumentale a forma conica, proveniente dagli scavi Ferraguti-Mengarelli e conservato nel cortile del museo archeologico), Castro (tomba a dromos), Chiusi e Volterra (“cipponi” di forma conica costruiti in blocchi e cavi all’interno), Perugia (cippi a colonna di epoca ellenistica, sormontati da elementi vegetali, proveniente dalla necropoli di La Madonna – Alta; fig. 15).

 

14. L’obelisco di Città della Pieve (da De Fabrizio 2019)


Perugia-cippi-a-colonna-di-eta-ellenistica

15. Perugia, cippi a colonna di età ellenistica (da Steingräber 1992)

sul lato orientale del Tumulo Cima

La presenza di ulteriori cippi ad obelisco nella necropoli di San Giuliano sembrerebbe attestata da tre depressioni quadrangolari individuate sul plateau del Caiolo, nello spazio di risulta fra due tombe a camera con tumuli, tuttavia il confronto più interessante è rappresentato dalla base tufacea situata sul lato orientale del Tumulo Cima.

Questo complesso funerario, di cui è ignota la famiglia aristocratica proprietaria, è costituito da un grande tumulo di 25 m di diametro, tamburo riccamente modanato e ampio dromos scoperto d’accesso alle camere funerarie (fig.16). La piattaforma, di forma rettangolare (9,20 x 3,55 m) e orientata in senso est-ovest, presenta due file di 9 e 8 basi quadrangolari che, nonostante siano molto danneggiate dalla continua esposizione agli agenti atmosferici, dovevano reggere cippi-obelischi realizzati in blocchi (figg. 17-18). La base dei cippi non è riferibile nello specifico ad alcuna delle sette tombe che costituivano il tumulo (la più antica delle quali, la Tomba Cima, è databile al terzo quarto del VII sec. a.C.), tuttavia, nel proporre una datazione intorno alla seconda metà del VI sec. a.C. analoga a quella avanzata per l’obelisco di Chiusa Cima Valle, è interessante notare come alcuni settori della necropoli di San Giuliano siano organizzati con delle “aree di culto all’aperto” destinate a celebrazioni rituali di ambito funerario, nello svolgimento delle quali i cippi assolvono una funzione specifica.

 

Steingraber-Tyrfa-p260-Tumulo-Cima-Barbarano-Romano

16 a. Veduta del Tumulo Cima


planimetria tumulo Cima-Barbarano Romano

16 b. Planimetria del complesso del Tumulo Cima (da Steingräber 1999)


Steingraber-1992-p112_1-Tumulo-Cima-porta-cippi

17. La base “porta-cippi” del Tumulo Cima (da Steingräber 1999)

 

Steingraber-1992-p112_2-Tumulo-Cima-base-per-cippi

18. La base “porta-cippi” del Tumulo Cima (da Steingräber 1999)

Tombe rupestri con sistemazione urbanistica gravitanti intorno a una piazzetta funeraria sono, infine, ulteriormente documentate a San Giuliano in loc. S. Simone, lungo le pendici settentrionali della collina nord. Il primo nucleo, posto nell’area est, è costituito da due tombe a camera con dromos (tomba Z5/1 e Z5/2; fig. 19) aperte su una piazzetta con due lati scavati, sui quali sono ricavate delle nicchie funerarie; appare invece più articolato il secondo gruppo di tombe, tredici in totale, che occupano l’estremità ovest del pianoro, prospiciente l’abitato. Tra queste, la tomba Z6/1, del tipo a loggiato, si apre sul fondo di una piccola piazza, che presenta tre nicchie quadrate sulla parete sinistra e altrettante sulla parete di fondo, a sinistra dell’ingresso della tomba. Al di sotto delle nicchie, poggiato alla parete, vi è un blocco entro il quale è scavata una piccola fossa (fig. 20).

“Piazze” di questo tipo riflettono una tendenza all’organizzazione razionale e alla suddivisione ortogonale dello spazio che diventa particolarmente evidente a partire dalla metà del VI sec. a.C.

19. Necropoli di San Giuliano, loc. San Simone: piazzette funerarie presso la collina settentrionale (da Brocato 2017); tomba Z5/1 e Z5/2


Brocato-p11_2-20Necropoli-di-San-Giuliano-loc.-San-Simone-piazzette-funerarie

20. Necropoli di San Giuliano, loc. San Simone: piazzette funerarie presso la collina settentrionale (da Brocato 2017)

BIBLIOGRAFIA
  1. Brocato, La necropoli di San Giuliano: note sulla topografia e sull’architettura funeraria del sepolcreto di San Simone (Barbarano Romano, VT), The Journal of Fasti Online, 2017.
  2. Buranelli, Ugo Ferraguti l’ultimo archeologo-mecenate. Cinque anni di scavi a Vulci (1928-1938) attraverso il fondo fotografico Ugo Ferraguti. Città di Castello 1994, p. 45.
  3. Coleman Darnell, The Enigmatic Netherworld Books of the Solar-Osirian Unit, Fribourg 2004.
  4. Colonna, L’Etruria meridionale interna dal Villanoviano alle tombe rupestri, in Studi Etruschi 35, 1967, pp. 3-30.
  5. Colonna, Urbanistica e architettura, in G. Pugliese Carratelli (a cura di), Rasenna. Storia e Civiltà degli Etruschi, Milano 1986, pp. 371-530.
  6. Colonna, L’Apollo di Pyrgi, Sur/Suri (il “nero”) e L’Apollo Sourious, in Studi Etruschi, 73, 2007, pp. 101-123.
  7. Comella “Cippus” (Etruria), in Thesaurus Cultus et Rituum Antiquorum (ThesCRA), IV: Cult places, representation of cult places, 2005, pp. 221-213
  8. De Fabrizio, L’obelisco di S. Francesco in Città della Pieve e il territorio in età etrusca. Ritrovamenti recenti, vecchie scoperte e collezionismo archeologico, 2019, pp. 175-180.
  9. Gardiner, La civiltà egizia, Oxford University Press 1961 (ed. Einaudi, Torino 1997).
  10. Gargana, La necropoli rupestre di San Giuliano, in Monumenti Antichi dei Lincei XXXIII, 1931, pp. 297-486.
  11. Körte, I rilievi delle urne etrusche, Volume II, 2, 1896, pp. 214-218, tavv. XCV-XCVII)

L.C. Pieraccini, Around the Hearth: Caeretancylinder-stampedbraziers, Studia Archaeologica 120, Roma 2003.

  1. Sannibale, Il crescente lunare iscritto al Museo Gregoriano Etrusco, in Città della Pieve e il territorio in età etrusca. Ritrovamenti recenti, vecchie scoperte e collezionismo archeologico, 2019, pp. 181-208.

M.G. Scapaticci Perfetti, Nota sul restauro del cippo ad obelisco di Barbarano Romano, in Informazioni. Amministrazione provinciale di Viterbo, NS vol. 8, 1999, pp. 16-19.

F.R. Serra Ridgway, Pithoi stampigliati ceretani. Una classe originale di ceramica etrusca, Studia Archaeologica 178, Roma 2010

  1. Steingräber, Etruskische Monumentalcippi, in Archeologia Classica, 43, 1991, pp. 1097-1102.
  2. Steingräber, Le cults des morts et le monuments de pierre des nécropoles étrusques, in F. Gaultier e D. Briquel (a cura di), Les Étrusques. Les plus religieux des hommes. Ètat de la recherche sur la religion étrusque. Actes du colloque international, Rencontre de l’Écol du Louvre, Paris 1992, pp. 97-116.
  3. Steingräber, New Discoveries and Research in Southern Etruscan Rock Tombs, in Studi Etruschi, vol. 3, 1996, pp. 75 -104.
  4. Steingräber, The Tumulo Cima at San Giuliano: an aristocratic tomb and monument for the cult of the ancestors of the Late Orientalizing period, in M. Gleba e H. Becker (a cura di), Votive, Places and Rituals in Etruscan Religion. Studies in Honor of Jean MacIntosh Turfa, Leiden-Boston 2009, pp. 123-133.
  5. Steingräber, La necropoli etrusca di San Giuliano e il Museo delle Necropoli Rupestri di Barbarano Romano, Grotte di Castro (VT), 2009.
  6. Steingräber, “L’obelisco” di San Giuliano e i cippi monumentali in Etruria, in Cippi, Stele, Statue-Stele e Semata: testimonianze in Etruria, nel mondo italico e in Magna Grecia dalla prima Età del Ferro fino all’Ellenismo. Atti del convegno internazionale, Sutri, Villa Savorelli, 24-25 aprile 2015, 2019, pp. 205-212.

Post a Comment

a

Lunedì-Domenica: 10.00-13.00
Venerdì e Sabato: 10.00-13.00; 16.00-19.30

GRATUITO

Via Sant'Angelo n. 2, Barbarano Romano (Viterbo)
telefono: 347-3554991